17 Ago Confronto Cina-Usa sulla Ricerca Scientifica
È in atto una gara fra i due paesi in molti settori di frontiera come l’aerospazio, la fisica di base, l’ingegneria genetica, l’intelligenza artificiale con l’Europa in una posizione di secondo piano.
Un report di Nature rivela che la Tencent di Shenzen in Cina è la società che ha depositato più brevetti al mondo sull’Intelligenza Artificiale seguita dalla IBM. Alibaba e Huawei completano l’elenco delle prime dieci. Un exploit atteso data l’attenzione più che decennale riservata dalla Cina a molti settori d’avanguardia della ricerca contemporanea. “Sono dati provvisori e in continuo cambiamento per la velocità con cui si evolve questo settore” commenta Zachary Arnold analista capo della Emerging Technology Observatory “Ma è indubbio che le aziende cinesi si sono ricavate un posto di primo piano in questo settore di frontiera per la qualità dei loro risultati e per la quantità di investimenti che riescono attrarre dal mercato finanziario globale”.
Ma è tutto il panorama cinese della ricerca avanzata e delle applicazioni tecnologiche che è in evoluzione da anni. L’aerospazio con Tiangon la stazione spaziale completata a fine 2023 che gestirà sperimentazioni in microgravità e nei prossimi anni il telescopio spaziale Xuntian che ha un campo visivo 300 volte più esteso di quello di Hubble. L’esplorazione della Luna con la navetta Chang’e 6 che, prima in assoluto, ha riportato sulla Terra campioni di roccia della faccia nascosta del nostro satellite. L’inaugurazione a fine 2023 alla periferia di Pechino di laboratori per lo studio dei materiali in condizioni estreme di pressione, temperatura e di campo magnetico con l’obbiettivo dichiarato della superconduttività.
Sono in atto grandi iniziative nel settore dell’editing genetico di nuova generazione con importanti risultati raggiunti in agricoltura un settore chiave dell’economia cinese e infine il progetto più ambizioso di tutti: un acceleratore di particelle molto più potente del LHC del Cern di Ginevra che potrebbe entrare in funzione alla fine del prossimo decennio conquistando un ruolo di primo piano nella fisica delle alte energie. Una realizzazione che darebbe alla Cina un vantaggio decisivo in molti settori della fisica di base e delle alte energie.
C’è grande preoccupazione negli USA per questo quadro in rapido movimento che arriva dalla Cina per gli effetti strategici che avrà nel confronto globale fra i due paesi in particolare nell’Oceano Pacifico. Una prima decisione è già stata presa dall’amministrazione Biden: riportare prima possibile nel suolo americano la costruzione di chip spostandola progressivamente dall’isola di Taiwan, una localizzazione diventata ad alto rischio. Il Congresso americano ha stanziato più di 50 miliardi di dollari perché gli Stati Uniti riacquistino nei prossimi dieci anni una posizione di leader in questo settore strategico troppo trascurato nei decenni trascorsi e snodo cruciale per lo sviluppo della Intelligenza Artificiale e di altre applicazioni di frontiera.
Una decisione che ha avuto il sostegno di repubblicani e democratici al Congresso, ma che è stata ritenuta insufficiente dagli opinion leaders della ricerca scientifica statunitense. In un discorso tenuto il 26 giugno di quest’anno davanti ai membri della National Academy of Science il suo presidente Marcia McNutt ha denunciato che gli Stati Uniti stanno cedendo la loro leadership globale ad altri paesi in particolare verso la Cina. Un declino che renderà difficile il compito di mantenere una supremazia economica e militare che dalla Seconda Guerra Mondiale ha caratterizzato il paese.
Nel suo intervento McNutt ha presentato una insieme di cifre che indicano un arretramento globale della scienza americana. Gli Stati Uniti hanno una quota in calo degli articoli scientifici più citati e il tasso con il quale i nuovi farmaci e tecnologie arrivano sul mercato è rimasto invariato negli ultimi decenni. Spendono ancora più soldi di qualsiasi altro paese inattività di ricerca, ma la Cina è destinata ad uguagliarli: circa 800 miliardi di dollari investiti dagli USA in Ricerca e Sviluppo nel 2022, 690 miliardi dalla Cina. Nel 2023 le aziende cinesi hanno depositato più richieste di brevetti degli Stati Uniti e gli istituti di ricerca e le università hanno realizzato più di un quarto delle sperimentazioni cliniche a livello globale nei diversi settori scientifici che raggiungevano solo il 3% del totale nel 2013. In questo scontro fra primi della classe l’Europa gioca il ruolo del terzo incomodo con i suoi 350 miliardi di euro investiti in ricerca nel 2022. È destinata suo malgrado a rimanere ai margini del confronto globale Cina-USA che coinvolge non solo le capacità di spesa sulla ricerca scientifica ma anche la deterrenza militare.
I dati analitici degli Stati Uniti sono stati sottolineati con forza da McNutt nel suo discorso perché rivestono un preoccupante ed evidente risvolto strategico. Ha giudicato positivamente gli stanziamenti annuali del Congresso in Ricerca e Sviluppo, ma ha richiesto un maggior controllo pubblico su questi finanziamenti per evitare sovrapposizioni e dispersione di risorse. Un rilievo particolare ha riservato alla questione STEM, lo studio nelle scuole di ogni ordine e grado della Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Per decenni è stato l’oceano dentro il quale ha prosperato il primato tecnologico e scientifico americano a livello globale. “Gli individui nati all’estero hanno svolto e svolgono un ruolo chiave nel mantenimento delle competenze scientifiche negli Stati Uniti perché rappresentano il 19 percento della forza lavoro occupata in queste attività della nazione e ben il 43 percento del totale dei dottori di ricerca attivi nel nostro paese.” ricorda McNutt “Ma i paesi da cui proveniva questa forza lavoro specializzata, a loro volta sono in una fase di forte sviluppo e prevediamo nel medio periodo la riduzione dell’emigrazione dei loro giovani verso il nostro paese, un problema che dovremo gestire al più presto investendo più risorse nelle nostre scuole di formazione”.