24 Giu Controllare la Malaria
Nel 2022 ci sono stati duecentocinquanta milioni di casi in ottantacinque paesi con più di settecentomila morti.
L’Africa è il continente più colpito da questa patologia con oltre seicentomila decessi all’anno in maggioranza bambini sotto i cinque anni di età. Un trend in leggero aumento da alcuni anni. Due nuovi vaccini hanno acceso la speranza di potere finalmente controllare questa patologia nel giro di qualche anno. Il primo è il Mosquirix che nel 2022 è stato somministrato a 1,7 milioni di bambini del Ghana, Malawi e Kenya. Ulteriori 18 milioni di dosi saranno pronte per essere distribuite e utilizzate in dodici paesi africani a partire dal 2025. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta raccomandando l’uso di un secondo vaccino per la malaria, l’R21 che è stato approvato per le vaccinazioni dopo decenni di studi clinici realizzati dai ricercatori della Università di Oxford in Gran Bretagna in collaborazione con il Serum Institute of India.
La lunga messa a punto di questo vaccino si è resa necessaria per la complessità del ciclo di vita dei parassiti che causano la malaria il Plasmodium falciparum e il vivax le due specie più aggressive che entrano nel circuito sanguigno e lentamente colonizzano il fegato. L’R21 impedisce al parassita di infettare questo organo chiave del metabolismo umano limitando la diffusione della malattia. Ha dimostrato una efficienza del 75% su 4800 bambini del Burkina Faso, Kenya, Mali e Tanzania i paesi a più alto rischio di malaria. L’OMS stima che entro il 2026 saranno necessarie ogni anno da 40 a 60 milioni di dosi di vaccino. Per arrivare ad un effettivo controllo della malaria si prevede che il loro fabbisogno aumenterà tra 80 e 100 milioni di dosi all’anno entro il 2030. Il Serum Institute ha attualmente la capacità di produrre 100 milioni di dosi di R21 all’anno, e si prevede che arriverà a 200 milioni entro il 2025.
È un dato positivo, ma insufficiente. Un continente emergente come l’Africa con quasi un miliardo e cinquecento milioni di abitanti sta cambiando prospettiva in molte questioni che coinvolgono le popolazioni dei suoi 54 paesi in questo caso sulla sanità. L’Unione Africana ha capito da tempo che per raggiungere in un tempo ragionevole la eradicazione della malaria dai territori del continente deve affrontare questa problematica in autonomia. Su questa decisione ha pesato l’esperienza non esaltante al limite dell’umiliazione dei vaccini durante la pandemia del Covid arrivati in tempi molto dilazionati e in quantità inferiori al previsto. Il continente africano ha deciso che in prospettiva non vuole più dipendere dalle donazioni per pagare le dosi e da paesi terzi per la produzione dei vaccini. Una vicenda che ha dimostrato ai gruppi dirigenti africani che l’accesso a farmaci e vaccini di ultima generazione deve essere affrontata nei termini dell’autosufficienza da raggiungere sul medio periodo.
È del dicembre del 2023 l’annuncio ufficiale che l’African Vaccine Manufacturing Accelerator ha messo a disposizione oltre un miliardo di dollari per finanziare la creazione ex-novo di una capacità produttiva di vaccini in Africa. La prospettiva è di produrre sul continente entro il 2040 il 60% dei vaccini indispensabili alle popolazioni, quelli per la malaria compresi. Una iniziativa che ha già visto prendere forma parecchie iniziative volte alla costruzione di nuovi impianti produttivi. “La prospettiva di disporre di un miliardo di dollari di finanziamenti è un punto di svolta per il nostro continente e va nella direzione che tutti auspichiamo di raggiungere l’autosufficienza in tema di vaccini” ricorda Jean Kaseya il Direttore Generale dell’Africa Centres for Disease Control “La nostra organizzazione rimane focalizzata sul concetto chiave che l’Africa deve essere in grado di produrre i propri vaccini per proteggere le vite degli africani. Dopo la negativa esperienza del Covid dobbiamo camminare tutti uniti senza indugi verso questo obbiettivo.” L’iniziativa dell’AVMA ha mandato un messaggio importante ai tradizionali partner dell’Africa che il continente in futuro non sarà più un contenitore di vaccini ma un partner attivo a livello globale su questo mercato.
Restano dubbi sui finanziamenti. Agli attuali programmi contro la malaria oltre agli stanziamenti dell’AVMA, mancano 1,5 miliardi di dollari ogni anno per raggiungere gli obiettivi previsti e questo deficit è destinato a salire a 3,8 miliardi di dollari entro il 2026. Per fortuna non mancano le buone notizie. Il 20 giugno del 2024 l’Unione Europea ha annunciato un finanziamento di 750 milioni di euro per le iniziative programmate da AVMA sui vaccini. Tra gli obbiettivi è anche indicata la promozione dell’accesso ai farmaci di base per la salute individuale, dello sviluppo tecnologico delle strutture sanitarie e dei servizi di primo intervento per le popolazioni.