03 Giu Controlli sui Contenuti Dei Social Media
È l’obbiettivo di una proposta di legge in via di approvazione nello Stato di New York per limitare l’accesso dei bambini e degli adolescenti ad alcuni contenuti ritenuti pericolosi per la loro salute mentale.
C’è molto allarme negli Stati Uniti su questo tema. La proposta di New York che deve essere approvata in via esecutiva cambierà il modo con cui i bambini di quello Stato useranno i media. “Non vogliamo proibire in alcun modo ai giovani l’accesso ai social media” commenta Kathy Hochul il Governatore dello Stato “Con questa proposta vogliamo semplicemente introdurre delle regole di trasparenza e di comportamento a cui si devono attenere i social media per evitare che alcuni dei contenuti che propongono diventino dannosi per queste fasce di età”.
La legge in oggetto la Stop Addictive Feeds Exploitation for Kids proibirà alle piattaforme di social media come TikTok, Instagram e altre simili di fornire contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni che seguano la logica dei feeds. Sono sequenze di contenuti pubblicatiùe in blocchi simili che si ripetono in continuazione seguendo dei criteri indicati da specifici algoritmi studiati sulla sensibilità e sulle preferenze di ogni singolo utente. Gli algoritmi vengono realizzati analizzando migliaia di dati personali di natura psicologica, sociale e di preferenze di consumo di ogni singolo utente. La legislazione proposta dichiara che questi feed guidati da questi algoritmi producono dipendenza psicologica, addiction, fra bambini e adolescenti e afferma che influiscono negativamente sullo stato della loro salute mentale. Un’azienda che viola questi disposizioni disporrà di trenta giorni per correggere/rimuovere i feed indirizzati a quella fascia di età. In caso contrario verranno comminate sanzioni fino a 5.000 dollari per ogni utente coinvolto di età inferiore ai 18 anni.
È un modello di legislazione che prevede la limitazione dell’uso dei social media per i bambini e gli adolescenti e gode di un ampio sostegno sia a livello statale che federale. Un disegno di legge della California già approvato dal Senato a maggio di quest’anno è molto simile al disegno di legge di New York, mentre a livello federale, il Kids Online Safety Act apre la porta alla responsabilità dei social media per la diffusione via Web di contenuti dannosi ai bambini. I social media interessati Snapchat, You Tube, TikTok, Instagram, Facebook riuniti nel gruppo di pressione NetChoice e alcuni noti studi di avvocati si stanno appellando al Primo Emendamento della Costituzione per arginare questa progressiva tendenza regolatoria in atto negli Stati Uniti che nasce da pressanti richieste provenienti dalla società civile.
Alcuni sostenitori della svolta legislativa in atto nello Stato di New York e a livello federale sono genitori i cui figli hanno manifestato gravi problemi di natura mentale e alcuni di loro sono arrivati al suicidio a causa dei contenuti pericolosi diffusi dai social media. Julie Scelfo una giornalista del New York Times ha dato vita al gruppo Mothers Against Media Addiction uno dei tanti che sostengono attivamente queste nuove iniziative legislative. “Siamo dentro ad una emergenza nazionale che riguarda la salute mentale dei nostri giovani e come genitori e cittadini dobbiamo agire” commenta Scelfo “Siamo convinti che il maggior contributo a questo stato di cose è causato dai social media e dei particolari algoritmi con i quali diffondono i loro contenuti fra i giovani di questo paese”.
La loro posizione si riallaccia anche ad alcuni allarmi lanciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardanti un forte aumento che si è verificato tra gli adolescenti di problemi mentali in particolare di disordini connessi con l’ansietà e la depressione negli ultimi due decenni. Due condizioni che producono effetti negativi nel loro equilibrato sviluppo sociale che si manifestano con una diffusa riduzione del loro livello di scolarizzazione, da disturbi nelle loro relazioni sociali, dall’aumento dell’uso di droghe e purtroppo del numero di suicidi.
Negli ultimi anni si è verificato un aumento esponenziale dell’uso dei social media tra gli adolescenti. Nel 2015 solo il 24% erano connessi quasi costantemente con uno o più social, percentuale che è diventata del 46 % nel 2022. A fronte alle dimensioni non più trascurabili di questo fenomeno, secondo le disposizioni delle attuali normative federali americane le piattaforme di social media non hanno alcun obbligo legale di pubblicare dati sui tipi di contenuti a cui vengono sottoposti gli adolescenti e sull’utilizzo delle informazioni che ricavano da questa attività. Una ricerca guidata da Bryn Austin della Harvard Medical School di Boston ha calcolato che le sei più importanti piattaforme social, Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok, Twitter, YouTube, con le loro attività rivolte ai giovani hanno realizzato nel 2022 undici miliardi di dollari nella classi di età tra 0 e i 17 anni.
“Tra queste fasce di età la più debole e fragile è sempre stata l’adolescenza perché è il periodo di transizione verso l’età adulta durante la quale si verificano i più grandi cambiamenti fisiologici e cognitivi” commenta Gary Goldfield della Public Health University di Ottawa in Canada “E’ l’età della socializzazione tra pari e con gli adulti e l’uso compulsivo dei social media riduce in modo significativo queste attività privilegiando relazioni immaginarie e la costruzione di realtà fittizie proprio in un momento nel quale l’adolescente ha invece un grande bisogno di realtà. È il vulnus che è alla base dei disturbi del comportamento anche gravi che manifestano da alcuni anni i nostri adolescenti purtroppo in maniera sempre crescente”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA