25 Set Limitare la Diffusione del Junk Food
In Gran Bretagna dal prossimo anno verrà proibita dalle 5,30 del mattino alle 9 di sera la pubblicità di questi cibi e bevande sui media tradizionali mentre per i siti on line il bando sarà totale.
È un provvedimento legislativo approvato nel 2022 dal governo conservatore che sarà operativo a partire da ottobre del 2025. Le limitazioni alla pubblicità interessano i cibi con elevati contenuti in grassi, sali, zuccheri e le bevande zuccherate. Il nuovo governo laburista ha inoltre inserito nel suo programma di governo la proibizione ai minori dei sedici anni all’acquisto degli energy drinks che contengono più di 150 milligrammi per litro di caffeina. In previsione di questo prossimo dispositivo di legge molti supermercati hanno già messo in atto autonomamente questa limitazione nei loro punti vendita.
A spingere il governo britannico verso questi provvedimenti legislativi molto criticati dalla stampa è stata la disastrosa situazione del loro servizio sanitario nazionale imputabile in gran parte ad una forte incidenza tra la popolazione di malattie come le cardiovascolari, il diabete 2 e il cancro in termini di livelli di mortalità e di morbilità di lunga durata che sovraccarica le strutture sanitarie. Una situazione la cui causa va ricercata nel modello alimentare britannico in particolare alla crescente diffusione di quelli che sono stati definiti i junk foods ricchi di sale, grassi e zuccheri.
La Gran Bretagna come molti paesi sviluppati sconta l’aggressività del marketing delle major del cibo a livello globale. La diffusione dei social media ha fornito loro un enorme quantità di informazioni sulle preferenze alimentari di centinaia di milioni di individui che vengono utilizzate per progettare nuovi prodotti che incontrino i gusti del maggior numero possibile di consumatori. Utilizzano materie prime come il sale, lo zucchero, i grassi, alcuni additivi alimentari e packaging a misura di consumatore. I junk foods sono cibi che privilegiano l’uso del marketing più che il loro status nutrizionale. Un approccio all’alimentazione molto friendly in particolare verso i gusti delle fasce più deboli della popolazione come i bambini e gli adolescenti.
Le aziende alimentari, delle bevande e della ristorazione hanno speso quasi 14 miliardi di dollari in pubblicità di prodotti alimentari negli Stati Uniti nel 2022. Oltre l’80% di questo budget promuove fast food, bevande zuccherate e snack non salutari, superando largamente l’intero importo di 1 miliardo di dollari destinato alla prevenzione delle malattie croniche e la promozione della salute presso i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti.
“Sono necessari nuovi modi di affrontare i problemi dell’alimentazione umana al fine di aumentare la consapevolezza dei cittadini e dei decisori politici sul fatto che il marketing alimentare così invasivo che promoziona i junk foods minaccia la salute a lungo termine di bambini e adolescenti in tutto il mondo e che è richiesta una urgente azione al livello dei governi significativa per ridurre l’impatto negativo dell’industria alimentare sul benessere dei giovani e dei cittadini in generale” è il commento di Jennifer Harris del Center for Food Policy and Health, University of Connecticut.
La sottolineatura britannica della necessità di attuare una difesa rigida dei bambini in età evolutiva è stata confermata da uno studio unico nel suo genere sull’attività di advertising che viene veicolata attraverso Facebook in particolare quella rivolta in modo specifico per questa classe di età. È stato utilizzato il data base dell’Australian Ad Observatory che contiene oltre trecentomila annunci pubblicitari comparsi nella piattaforma Facebook. Sono state individuate le prove che i giovani sono presi di mira da annunci di cibo non sano, in particolare di junk food attraverso l’utilizzo di numerose strategie di marketing potenzialmente dannose. I risultati rivelano che la pubblicità online è molto più invasiva e personalizzata di quella veicolata nei media tradizionali. Gli inserzionisti online e le piattaforme digitali dispongono di informazioni dettagliate sui singoli utenti che vengono utilizzate per confezionate annunci coinvolgenti costruiti in modo specifico per quel particolare individuo. Una impostazione rivolta ad una ampia fascia di età ma che su bambini nell’età evolutiva ha un profondo impatto di cui non si conoscono ancora tutti i risvolti psicologici e comportamentali.
La posizione estrema assunta dai britannici sottolinea la situazione limite di questo paese nella gestione della salute dei propri cittadini e la impossibilità di difenderla con interventi più soft. È il venir meno della possibilità di intervenire secondo i suggerimenti dei nutrizionisti e ricorda molto le metodologie di intervento utilizzate nel secolo scorso per combattere il tabagismo. Ora come allora vale la constatazione che debbano essere utilizzati dalle autorità pubbliche interventi straordinari. “Dobbiamo imparare da quella lezione della lotta contro il tabagismo e le multinazionali delle sigarette durata alcuni decenni che ha avuto successo grazie anche alla emanazione di alcune importanti leggi per regolare il fenomeno a livello sociale” commenta Simon Capewell del Department of Public Health, University of Liverpool, UK “E’ stata proibita la pubblicità alle sigarette e si è interdetta la possibilità di fumare nei locali pubblici e privati due provvedimenti che hanno ridotto la diffusione del tabagismo”.
Il parallelismo fra la dipendenza da cibo e quella da fumo nasce dalla evidenza che si tratta di due fenomeni simili. Sono entrambi difficilmente controllabili e presentano sintomi analoghi: si caratterizzano per un consumo compulsivo, producono alterazioni temporanee dell’umore per gli effetti che hanno sul cervello, rinforzano la reiterazione del loro consumo in particolare nei bambini in età evolutiva la classe di età più a rischio di dipendenza.