Superfarmaci Contro l’Obesità

Superfarmaci Contro l’Obesità

Sono diventati le star indiscusse dei media e delle più importanti piazze finanziarie mondiali.


La leader di mercato è la danese Novo Nordisk con due prodotti l’Ozempic e il Wegoy il primo per la cura del diabete e il secondo per il trattamento dell’obesità. Segue con fatturati inferiori la statunitense Eli Lilly con due farmaci sempre per le stesse patologie. I farmaci per il trattamento dell’obesità nel 2023 hanno subito una impennata di vendite e sono stati nominati dalla rivista Science novità dell’anno. Le due aziende produttrici sono in difficoltà nel soddisfare le crescenti richieste del mercato globale. Un successo insperato quanto improvviso.

Il principio attivo del farmaco Wegovy per il trattamento dell’obesità, il più diffuso sul mercato, è la semaglutide un ormone, il GLP-1, analogo a quello prodotto dal corpo umano che aumenta il senso di sazietà durante il consumo dei pasti poiché rallenta il transito del cibo nell’apparato digerente, riduce l’assunzione di calorie con la diminuzione del peso del corpo. L’aspetto più interessante è che agisce anche su alcune zone del cervello umano che controllano i meccanismi della ricompensa all’assunzione di cibo, di alcol e di droghe. Il farmaco agisce sia sugli effetti fisiologici della digestione che sul controllo mentale connesso con l’assunzione di cibo. Un effetto dell’ormone GLP-1 che inizia ad essere utilizzato con successo anche nel percorso di cura dell’alcolismo.

Uno studio clinico pilota realizzato sugli effetti di questi farmaci ha segnalato una diminuzione media del 15/17 % del peso corporeo dei partecipanti nell’arco di diciotto mesi dall’inizio della cura e il netto miglioramento dei valori di alcuni metaboliti chiave come il colesterolo, la glicemia e i trigliceridi. Sono risultati significativi accompagnati però da preoccupanti effetti secondari come diarrea, nausea, vomito dolori addominali e dispepsia che in alcuni casi ha condotto all’interruzione dell’assunzione del farmaco.

La cura con Wegovy deve continuare nel tempo. Se viene interrotta i miglioramenti sulla riduzione del peso ottenuti nel periodo di somministrazione del farmaco vengono progressivamente perduti. Con l’interruzione gli studi clinici indicano un recupero in pochi mesi del 50% del peso precedentemente perduto con il trattamento farmacologico. Un fenomeno sottolineato con accenti critici dallo stesso prof. Giuseppe Remuzzi direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Va ricordato che non sono ancora disponibili studi clinici sugli effetti di lungo periodo di questo prolungato utilizzo della semaglutide oltre a quelli già segnalati in fase di certificazione del farmaco.

Problemi di gioventù che non hanno impedito una diffusione globale del farmaco compatibilmente con le capacità produttive delle aziende. Il successo che ha avuto il farmaco e che avrà in futuro è in proporzione diretta alla eccezionale diffusione del fenomeno dell’obesità e del sovrappeso a livello globale e dalla complessità e scarsa affidabilità delle alternative attualmente disponibili. Per i grandi obesi con un indice di massa corporea oltre il valore di 35 una soluzione praticabile è la chirurgia bariatrica che non sempre garantisce i risultati clinici sperati. Per le molte persone in difficoltà con il peso del loro corpo le soluzioni nutrizionali finora disponibili, le centinaia di diete conosciute, non ottengono nella maggioranza dei casi gli effetti sperati e non garantiscono in alcun modo risultati di lungo periodo sulla riduzione del peso.

 La semaglutide sta segnando una svolta nel trattamento dell’obesità che viene ora considerata una malattia simile a molte altre e finalmente ora può essere trattata con un adeguato intervento farmacologico che, come d’uso, presenta aspetti positivi e negativi. In ogni caso contiene gli effetti più eclatanti dell’obesità che sta assumendo sempre più l’aspetto di una pandemia anche in molti paesi emergenti. La semaglutide è una soluzione pragmatica che soddisfa i medici spesso lasciati soli nella gestione questo fenomeno, ma che lascia troppe domande senza risposte adeguate alla gravità del problema che investe la salute delle persone e la sanità pubblica. Un personaggio come Silvio Garattini del Mario Negri di Milano è perplesso per questa eccessiva medicalizzazione delle malattie obesità compresa e indica piuttosto la strada del cambiamento dei nostri stili di vita, in primo piano del nostro modello alimentare.

Indipendentemente dalle molte perplessità che manifesta il mondo della ricerca su questo farmaco e sulla mancanza dei risultati degli studi clinici ancora in corso sui suoi effetti di lungo termine, la sua introduzione nella pratica medica quotidiana per il trattamento dell’obesità è una svolta epocale. Le previsioni degli addetti ai lavori sulla crescita esponenziale di questo farmaco trovano giustificazioni in due antecedenti storici nel campo farmacologico: l’introduzione nel secolo scorso delle statine per la prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari e della metformina per il contrasto al diabete. Due classi di farmaci continuamente aggiornate nel tempo che hanno contribuito a tenere sotto controllo la mortalità di queste due diffuse patologie che continuano a raccogliere importanti successi commerciali per la loro dimostrata efficacia.

La prossima svolta per i farmaci anti-obesità arriverà dal coinvolgimento nei prossimi anni di Cina e India entrambi paesi con un alta percentuale di persone obese in continua crescita. Sono mercati per ora al di fuori della portata di Ozempic e Wegovy per il costo eccessivo del loro trattamento clinico e per carenze produttive che non riescono a soddisfare nemmeno le richieste dei paesi dove sono stati certificati. La strategia di Cina e India è chiara: mettere sul mercato farmaci contro l’obesità con altri principi attivi a prezzi calmierati rispetto agli attuali praticati nei paesi occidentali. Prezzi grazie ai quali la casa produttrice la danese Novo Nordisk in poco tempo ha moltiplicato la sua capitalizzazione in borsa e lo stesso sta succedendo con Eli Lilly. Con Cina e India in gioco il mercato potrebbe subire una impennata nei prossimi anni fino ad arrivare secondo alcuni analisti finanziari a raggiungere un giro d’affari di 100 miliardi di dollari all’anno nel 2030.