04 Giu Entrato in Orbita EarthCare il Satellite dell’ESA
È stato lanciato il 29 maggio di quest’anno e studierà il ruolo che hanno le nubi e l’aerosol nel condizionare il clima della Terra.
Poco più di un’ora dopo il suo lancio avvenuto dalla base di Vandenbergh in California al Centro Comando Missione di Darmstadt in Germania è arrivata la attesa conferma che tutto era andato secondo i piani e che il satellite si era immesso nell’orbita prevista attorno alla Terra. Grossa soddisfazione per tutto il personale presente al Centro perché la European Space Agency ha investito molte risorse umane, finanziarie e scientifiche in questo satellite realizzato con la collaborazione della Agenzia Aerospaziale Giapponese, la JAXA. “La conoscenza dettagliata del rapporto fra aerosol e nubi è la chiave per fare avanzare le nostre capacità di previsione del clima globale” è il commento di Simonetta Cheli il direttore dell’Earth Observation Programmes dell’Esa “EarthCare è la più complessa missione mai realizzata a livello internazionale su questi temi e tutti noi contiamo molto sulla qualità dei risultati che fra poco tempo il satellite inizierà ad inviare a terra”.
È esplicita Cheli, ma le sue parole riflettono lo stato dell’arte di questo settore della ricerca sul rapporto fra nuvole, aerosol e irradiazione solare un mix chiave nel condizionare il clima del pianeta ma con grossi interrogativi ancora da verificare. È chiaro a tutti gli addetti ai lavori che le nuvole giocano un ruolo centrale nei fenomeni di riscaldamento oppure di raffreddamento atmosferico ma rimangono ancora oggi un oggetto poco conosciuto ai fini della esatta comprensione di come la circolazione atmosferica riesca a condizionare il clima presente e quello del futuro prossimo. È un progetto che nasce quindi da lontano sulla base dei limiti evidenti e non più accettabili dei recenti sviluppi della ricerca scientifica su questo tema. Un gap di conoscenza in un settore chiave della meteorologia contemporanea da colmare quanto prima. EarthCare nasce in questo momento di transizione nell’avanzamento della nostra conoscenza di questi fenomeni e i suoi risultati diventeranno cruciali per definire in termini più precisi la direzione degli attuali cambiamenti climatici in atto e i loro effetti sulla Terra.
“Le nuvole sono un sistema complesso che può cambiare anche nell’arco di pochi minuti. Riflettono l’energia solare nello spazio e intrappolano a terra i raggi infrarossi dando origine ad opposti fenomeni di raffreddamento o di riscaldamento dell’atmosfera. L’entità con cui le nubi regolano questi fenomeni dipende dalla loro forma, dall’altitudine, dalla localizzazione e dal loro contenuto di aerosol” commenta Daniel Rosenfeld dell’Institute of Earth Science, University of Jerusalem, Israel “A sua volta entra in gioco la composizione fisico chimica dell’aerosol in questo ambiente di sua natura di grande variabilità. Un puzzle di parametri difficili da definire in termini di equazioni matematiche in assenza di dati che provengano dall’interno stesso delle nuvole un evento possibile solo con satelliti dedicati che si muovano dentro le nuvole stesse.”
Questa possibilità è diventata una realtà grazie alla collaborazione con la JAXA, la Agenzia Aerospaziale Giapponese che ha progettato un radar in grado di monitorare le strutture verticali delle nubi, la loro caotica dinamica interna, le varie tipologie di aerosol presenti, una panoramica in diverse lunghezze d’onda delle stesse nuvole e la possibilità di misurare la quantità di radiazione solare riflessa e di quella infrarossa reinviata verso la Terra. Di particolare importanza è il ruolo che svolge l’aerosol composto da parti solide e da gas entrambi prodotti dalle attività umane a terra sul quale c’è un intenso dibattito ancora aperto sul come e il quanto condizioni non solo la struttura delle nuvole ma anche le temperature al suolo. Un patrimonio di informazioni di vitale importanza finora precluso ai ricercatori prima della missione EarthCare. ©RIPRODUZIONE VIETATA