La Corsa della Cina alla Scienza

La Corsa della Cina alla Scienza

Con il settore militare è uno dei terreni sui quali sta misurando la sua capacità di dominio globale in un confronto a tutto campo con gli Stati Uniti.


Le ambizioni geopolitiche degli Stati sono sempre state supportate dallo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica. Va ricordata la gara alla Luna del secolo scorso e tutte le ricadute che ha avuto sulla società e sull’economia americana, capacità di deterrenza militare inclusa. Dalla fine del secolo scorso anche la Cina è entrata in campo. L’Accademia Cinese delle Scienze ha pubblicato ad aprile 2024 una mappa geologica della Luna con un livello di dettagli mai raggiunto prima. È il risultato del lavoro decennale di più di cento ricercatori che ha rivelato l’esistenza di un totale di 12341 crateri, 81valli e 17 tipi diversi di roccia prima sconosciuti. La mappa è stata realizzata in una scala con una risoluzione doppia di quella esistente che risale alle missioni Apollo del secolo scorso. Un evento cruciale per la conoscenza del nostro satellite. In geologia l’avanzamento della ricerca sulla struttura della Terra è sempre stato accompagnato dalla realizzazione di mappe sempre più dettagliate dei territori da studiare. La Cina ha evidenti interessi strategici sulla Luna e si sta attrezzando da anni con tutto il necessario supporto tecnologico e scientifico.

Il 3 maggio di quest’anno è partita la nuova missione spaziale Chang’e 6 che rappresenta la sesta fase del programma cinese di esplorazione sistematica della superficie lunare. La grande novità è che un Lander rilasciato da questa nuova sonda andrà a prelevare campioni di rocce della faccia nascosta della Luna. Un obbiettivo mai prima raggiunto dalle precedenti missioni lunari internazionali e viene considerato di primaria importanza da tutta la comunità scientifica. È una sfida complessa dal punto di vista tecnologico perché il Lander potrà comunicare con le stazioni a terra solo utilizzando un satellite messo in orbita attorno alla Luna con una precedente missione. I campioni prelevati dal lato nascosto della Luna potranno fornire utili indizi sulla sua formazione e su quella del sistema solare. Saranno informazioni preliminari per la progettata costruzione di una base sulla Luna e la messa in funzione di un rover lunare di nuova generazione.

Il 31 ottobre 2023 la Cina ha lanciato l’ultimo modulo per il completamento e la messa in funzione della loro Stazione spaziale modulare Tiangong. Un progetto iniziato nel 2021con l’invio del primo modulo seguito da altre 10 missioni. È un programma ambizioso perché Tiangong si andrà ad affiancare alla Stazione Spaziale Internazionale che però con grande probabilità andrà in pensione nel 2030. È possibile quindi che dopo quella data avremo una sola stazione spaziale in orbita, quella cinese che ha una previsione di vita di quindici anni eventualmente estendibili. Verranno offerte alcune possibilità di collaborazione ad altri paesi ma secondo l’opinione di Marissa Herron ricercatrice alla Rand Corporation in California “L’obiettivo strategico del progetto Tiangong è di dimostrare da parte della leadership cinese la capacità di gestire in autonomia questo progetto di grande complessità tecnologico-scientifica”. Con la stazione spaziale i cinesi si sono iscritti di diritto con la Russia e gli Stati Uniti al ristretto numero di grandi dello spazio. Queste costruzioni fungono da indicatore per misurare la loro forza economica, tecnologica e militare, nonché l’importanza a livello internazionale. “Non è ancora chiara la tendenza di lungo periodo di come si svilupperanno i piani spaziali dei diversi paesi, ma in ogni caso dovranno segnare con progetti adeguati la loro presenza” commenta Herron.

Dopo un investimento di 220 milioni di dollari, nell’autunno del 2023 sono stati inaugurati alla periferia di Pechino laboratori per la ricerca in settori fondamentali della fisica che riguardano il comportamento dei materiali in condizioni estreme di pressione, di temperatura e di campo magnetico. L’obbiettivo è arrivare per primi alla scoperta di un materiale superconduttore a temperature prossime a quelle ambientali, il Santo Graal della scienza contemporanea. Un settore di ricerca in grande espansione molto ambito a livello globale. È un risultato che da solo può cambiare in modo radicale l’economia di un paese per le sue ricadute in molti settori industriali, nelle comunicazioni e nella vita di tutti i giorni. Nei prossimi anni sarà interessato dal programma scientifico cinese anche l’esclusivo settore degli acceleratori di particelle nel quale l’Europa ha giocato finora un ruolo di indiscussa leadership globale. “Sappiamo che l’Accademia delle Scienze di Pechino sta sostenendo con forza un progetto nella fisica di base più avanzato del nostro Large Hadron Collider che potrebbe entrare in funzione negli anni ’40 di questo secolo” è il commento di Fabiola Giannotti che dal 2016 è a capo del Cern di Ginevra che gestisce l’LHC. Una realizzazione che collocherà la Cina assieme agli Stati Uniti e all’Europa nell’esclusivo circolo della Big Science