Licheni

Licheni

Sono organismi viventi con una sorprendente resilienza agli stress degli ambienti più estremi del pianeta.


Dominano gli habitat poveri di nutrienti, asciutti o troppo freddi per la vita delle piante. Rivestono rocce, alberi, tetti, steccati, alture e deserti, li troviamo in alcune zone oceaniche. “I licheni ricoprono l’otto per cento della superficie terrestre, un’area più grande di quella occupata dalle foreste pluviali tropicali. In Canada sono secondi per estensione solo alle foreste. Giocano un ruolo cruciale nell’equilibrio dell’ecosistema del Nord della Terra. Sono enigmi viventi e più li osserviamo da vicino, più ci sembrano strani, difficili da definire nella loro essenza” racconta Merlin Sheldrake biologo al Department of Plant Sciences, University of Cambridge, Downing Street, Cambridge, UK. Tracce della loro presenza risalgono molto indietro nel tempo. Il gruppo di licheni fossili portato alla luce a Welsh Bordeland in Inghilterra occidentale è stato datato a circa 415 milioni di anni fa nel Devoniano.

Nonostante la loro diffusione ubiquitaria, la maggior parte delle persone sa molto poco non solo sulla loro particolare biologia, ma anche sulla loro esistenza. Solo molto recentemente la ricerca biologica ha prodotto studi sui licheni che rappresentano un decisivo passo in avanti e hanno saputo collocarli nel generale equilibrio degli ecosistemi “verdi” e il ruolo che giocano nel clima del pianeta. Sono piccoli “oggetti” biologici che producono grandi effetti ambientali, una funzione simile a quella del fitoplancton.

“Il loro ruolo é stato spesso sottovalutato nonostante l’impatto decisivo che hanno in molti ecosistemi terrestri” racconta  Trevor Goward dell’UBC Herbarium, University of British Columbia, Vancouver, British Columbia, Canada. “Condizionano la composizione chimica dei terreni poiché sono in grado di catturare nutrienti dall’aria e fissano all’incirca il 10% dell’azoto atmosferico grazie alla loro associazione con i cianobatteri. Questi nutrienti intrappolati dai licheni vengono utilizzati da altri ecosistemi attraverso la percolazione delle acque oppure con la loro decomposizione prodotta dagli agenti atmosferici o attraverso il consumo da parte degli animali”.

La loro adattabilità ai climi più diversi ha stupito i ricercatori. Le prodezze dei licheni in materia possono rientrare di diritto nel Guinness dei primati. In Antartide crescono regolarmente in ambienti con temperature che vanno da 0 a -50°C mentre nei deserti si adattano ad ambienti che possono raggiungere i 70°C anche con una ridotta disponibilità di acqua. La loro resilienza agli stress più estremi li ha fatti diventare degli oggetti di studio per l’astrobiologia ai fini di circoscrivere i confini della vita. Nel 2005 sono stati inviati nello spazio e per 14 giorni sono stati esposti al vuoto, a grandi fluttuazioni di temperatura, alla mancanza di acqua, ai raggi solari UV e bombardati dalle radiazioni cosmiche, condizioni queste ultime letali per i batteri e per i microorganismi.

“L’analisi dei licheni al rientro dallo spazio ha evidenziato che non c’é stato alcun degrado delle loro capacità vitali. In generale non abbiamo individuato nessun particolare decadimento fisiologico e strutturale nel loro metabolismo, nemmeno per la prolungata mancanza di acqua i cui effetti sono stati superati nell’arco delle 24 ore dal rientro, arco di tempo entro il quale hanno ripreso in pieno la loro normale attività fisiologica.” commenta Leopoldo Sancho del Departamento de Biologia Vegetal II, Universidad Complutense, Madrid che é stato il responsabile operativo della missione licheni nello spazio.

La loro resilienza e queste abilità uniche tra gli esseri viventi, sono il risultato di una associazione simbiotica fra alghe e funghi, ampiamente diffusa nel mondo animale e vegetale. Il fungo o i funghi, i mycobionti, forniscono al lichene l’acqua e gli elementi minerali indispensabili al metabolismo dell’alga o del batterio fotosintetico, i fotobionti. Questi a loro volta producono i carboidrati e gli zuccheri, che alimentano il fungo (o i funghi). Una collaborazione ampiamente diffusa negli esseri viventi anche tra noi umani. Sono la dimostrazione vivente, é proprio il caso di affermarlo, della forza della simbiosi che moltiplica le possibilità del successo evolutivo di un gran numero di specie. Formiche, ruminanti, piante, primati, tutti vivono in simbiosi con il loro particolare microbiota. Vale anche per noi umani.

Sono considerati una specie pioniera perché sono la prima forma vivente in grado di colonizzare le rocce nude, i deserti, o le aree degradate da eventi catastrofici come inondazioni e fuoco. I licheni sono capaci di erodere la superficie delle rocce sfruttando un arsenale di acidi potentissimi alla ricerca del fosforo un elemento chiave del loro metabolismo e delle piante in generale. Un elemento nutritivo raro nella sua forma atomica. Grazie a questa attività di demolizione delle rocce e al dilavamento prodotto dalle acque atmosferiche, questo minerale cruciale entra nel circolo ambientale e diventa disponibile per l’ecosistema verde. La capacità erosiva dei licheni sul lungo periodo li trasforma in una potente forza geologica che dissolve e modella i tratti fisici dell’ambiente. Con gli eventi atmosferici e in collaborazione con le radici delle piante, contribuiscono alla formazione del suolo dalla nuda roccia, il passaggio obbligato per la costruzione di ambienti non sterili adatti alla vita.

 I licheni sono spesso utilizzati dai vertebrati. In alcune zone del pianeta hanno dato un contributo importante e continuano a farlo, alla possibilità di vita di milioni di persone e animali del nord del mondo, dall’Himalaya alla Scandinavia, alla Groenlandia, al Canada. Diventano materiale da costruzione per la costruzione del nido di alcune specie di uccelli mentre gli scoiattoli volanti li usano per la loro tana e come nutrimento. Un numeroso gruppo di mammiferi si alimentano con i licheni in diverse regioni del pianeta. Cervi, alci, stambecchi, gazzelle, bue muschiati, capre di montagna, orsi polari, topi, marmotte. I licheni rappresentano il 75% della dieta invernale per i caribù e le renne del Canadà. Entrambi gli animali giocano un importante ruolo economico e culturale nei territori del nord della Russia e della Scandinavia.

Contengono proteine, vitamine, minerali, carboidrati, fibre alimentari e pochi grassi, elementi nutritivi essenziali, ma rari nel nord del pianeta un territorio sostanzialmente privo di vegetali. Pur nella loro scarsità, per alcuni popoli come gli Inuit in Groenlandia, i licheni hanno contribuito a limitare gli effetti potenzialmente negativi di una dieta composta quasi esclusivamente da carne di animali marini e della terra ferma. Li rimuovono dal rumine dei caribou e delle renne che hanno cacciato e li usano come integratori alimentari. In alcuni territori dell’Himalaya vengono ancora utilizzati come decotto per disturbi ai polmoni o all’apparato digestivo e nel sud ovest della Cina per il trattamento di alcune patologie ginecologiche.