Piante Contro Insetti

Piante Contro Insetti

Una lunga lotta per la sopravvivenza iniziata in un remoto passato.


Le piante, gli arbusti, l’erba, fanno una vita complicata. Sono immobili nell’ambiente e alcune funzioni essenziali per la loro vita come la riproduzione e la difesa contro gli attacchi dei parassiti, richiedono interventi fuori del comune. Per la diffusione dei semi contano su eventi esterni come il vento, gli animali, la forza di gravità, l’acqua. Contro gli insetti molte specie vegetali invece lavorano in proprio e mettono in atto ingegnose contromisure di natura chimica e biologica.

Per migliaia di anni le piante di Solanum tuberorus, la comune patata, come molte altre specie vegetali, hanno sintetizzato particolari molecole organiche per difendersi dagli attacchi mortali degli insetti. Nel caso specifico avevano trovato una soluzione con la produzione di un composto glucosidico molto tossico per gli animali e a quel punto sembrava che fosse tutto sotto controllo, ma era solo una vana illusione. Non avevano fatto i conti con la flessibilità del genoma degli esseri viventi, in questo caso quello degli insetti, che deve sempre nei limiti delle possibilità ambientali, trovare soluzioni perché la loro vita proceda e siano in grado di riprodursi. La possibilità di alimentarsi é la discriminante cruciale del loro successo. La mosca bianca Bemisia tabaci, è un insetto che ha effetti devastanti sulle colture poiché é in grado di attaccare più di seicento specie di piante diverse e ridurre in molti casi pesantemente la resa dei raccolti. Dove colpisce é un vero flagello.

Con un colpo di scena che neanche i migliori scrittori di gialli avrebbero mai immaginato per la loro storia, questo insetto é riuscito a neutralizzare gli effetti dell’insetticida e renderlo di fatto innocuo per se stesso, rendendo vano il lavoro plurimillenario della pianta. Da non credere. C’é voluta la determinazione e la professionalità di Jixing Xia della Chinese Academy of Agricoltural Sciences di Beijing in Cina e un duro lavoro di anni per scoprire e risolvere questo strano intrigo che lega fra loro piante, insetti e geni. Xia con sua grande sorpresa ha scoperto che tutto ha avuto inizio con un raro esempio di trasferimento dalla pianta all’insetto del gene responsabile della produzione dell’insetticida. Una sorta di ingegneria genetica ante litteram estremamente efficace, realizzata in ambiente naturale e non al chiuso dei laboratori di biologia. Un trasferimento di informazioni genetiche non infrequente fra piante e insetti e fra batteri.

Il gene acquisito dalla mosca bianca produce un enzima che é in grado di disattivare gli effetti dell’insetticida prodotto dalla pianta stessa, una abilità ereditata da migliaia di anni che spiega l’effetto devastante di questo insetto sulle colture agricole. Che fare? La soluzione é stata trovata utilizzando gli stessi strumenti dell’insetto e l’intuito scientifico di Xia. Nei suoi laboratori di sperimentazione vegetale, ha ingegnerizzato geneticamente dei pomodori nei quali ha inserito piccoli frammenti di un particolare Rna, l’interference Rna, che ha la capacità di disattivare il gene della mosca bianca trasferito all’insetto, l’evento all’origine del problema.

Sono state realizzate coltivazioni sperimentali in pieno campo per controllare gli effetti di questa soluzione innovativa. I pomodori ingegnerizzati con l’iRna hanno prodotto una mortalità degli insetti prossima al 100% poiché a quel punto sono diventati inermi contro l’insetticida prodotto dalle stesse piante. Una procedura che inizia ad essere replicata con analogo successo in altre coltivazioni poiché produce una importante riduzione del danno. Un intervento insetticida che ha il pregio di non utilizzare i tradizionali fitofarmaci riducendo così drasticamente l’impatto ambientale. Una buona notizia.

“L’iRna é un meccanismo naturale, non inquinante, molto più preciso e affidabile delle soluzioni attuate nelle coltivazioni biologiche” dice Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche “Le conoscenze di cui disponiamo hanno ampiamente dimostrato che questa tecnologia può diventare uno strumento essenziale per il controllo dello sviluppo delle patologie di origine fungina nelle piante e può dare un contributo importante alle strategie agricole del futuro.”

È uno strumento che consente una difesa di lungo periodo contro i patogeni, ma secondo l’attuale normativa internazionale in uso anche in Europa é classificato come Ogm. Per aggirare il problema può essere sfruttata la possibilità di utilizzare questa stessa tecnologia per produrre dei formulati liquidi da irrorare sulle piante. Rispetto agli attuali fitofarmaci hanno un impatto ambientale infinitamente minore. Gli stessi formulati possono essere utilizzati anche con interventi sull’apparato radicale, sui semi oppure sugli steli delle piante stesse.

Studi sul campo hanno dimostrato che anche questo intervento topico e non sistemico sulle piante ha la capacità di inattivare i geni dell’insetto patogeno. Il suo costo è decisamente più ridotto rispetto a quello realizzato con l’editing genetico sulle piante. Sulla questione cruciale dei loro effetti sull’ambiente c’è stato un primo pronunciamento importante da parte dell’organismo di controllo della qualità dei prodotti in uso in agricoltura, l’OECD. Ha certificato in via preliminare che questi formulati possono essere assimilati alle nuove tipologie di pesticidi biologici.

L’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, sta raccogliendo i risultati provenienti dalle molte ricerche realizzate negli stati membri finalizzate alla valutazione dell’impatto ambientale di questa tecnologia. È prevedibile che a breve ci sarà la possibilità di commercializzare questi prodotti. Le nuove procedure per la loro applicazione in campo aperto sono già disponibili, gli enti di controllo sono al lavoro. Alcune aziende italiane dell’Emilia-Romagna in particolare, si sono già attivate per utilizzare queste nuove tecnologie su alcune coltivazioni pilota. L’Europa deve fare la sua parte in tema di legislazione sui nuovi strumenti che ci offre la ricerca biologica, superare vecchi modi di pensare.