Salvati con i Vaccini 150 Milioni di Bambini

Salvati con i Vaccini 150 Milioni di Bambini

Mezzo secolo di vaccinazioni contro le più diffuse malattie infettive hanno ridotto del 40% la mortalità infantile.


Decine milioni di bambini in tutto il mondo hanno superato l’età dell’infanzia grazie ai vaccini, hanno potuto vivere la loro storia personale e risparmiato ai loro papà, mamme, fratelli e sorelle la tragedia della loro morte prematura. In termini di risultati raggiunti il morbillo è al primo posto con più di 93 milioni di bambini salvati in cinquanta anni seguito in ordine decrescente da tetano, pertosse, tubercolosi, streptococco, poliomielite e altre patologie con minori diffusioni tra i bambini nei primi anni di vita.  È il risultato della ricerca statistico epidemiologica realizzata attraverso l’analisi di mezzo secolo di vaccinazioni somministrate in decine di paesi coordinata da Andrew Shattock dello Swiss Tropical Health Institute, Basel, Switzerland.

Una riduzione di mortalità che nelle sue dimensioni quantitative rappresenta il terminale ultimo di una iniziativa nata nel 1974 a seguito del successo globale che negli anni Settanta del secolo scorso stava riscuotendo la vaccinazione contro la storica epidemia del vaiolo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso l’Expanded Programme of Immunization per estendere questo modello vincente di vaccinazione alle più diffuse patologie infantili nel più alto numero possibile di paesi al mondo. L’obbiettivo iniziale era di immunizzare i bambini non solo contro il vaiolo ma di includere anche la tubercolosi, la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomielite e il morbillo una copertura vaccinale che a lavori in corso è stata estesa anche ad altre diffuse patologie e modulata sulla qualità delle strutture sanitarie presenti nei singoli paesi lo strumento chiave per assicurare il successo dell’operazione.

L’effetto più importante delle vaccinazioni è stato raggiunto sui bambini da 1 a 5 anni di età i più fragili contro le patologie. In questa fascia di età in cinquanta anni la mortalità è scesa da una media del 10% del totale dei bambini al 2,85% con l’obbiettivo di scendere al di sotto dello 0,5% la percentuale che caratterizza i paesi sviluppati. La valutazione di Andrew Shattock è che oltre il 40% di questa diminuzione sia l’effetto diretto della diffusione della copertura vaccinale. L’altro 60% è il risultato del miglioramento della nutrizione infantile, delle cure pre e postnatali, della aumentata disponibilità di acqua potabile, della diffusione dei trattamenti sanitari di base e del generale miglioramento dell’ambiente di vita. “Un aspetto da sottolineare di queste statistiche sulla riduzione della mortalità infantile è che la vaccinazione deve essere accompagnata dal miglioramento della qualità sanitaria dell’ambiente di vita del bambino compresa la sua corretta alimentazione” ricorda lo stesso Shattok.

I miglioramenti più significativi nella lotta alla mortalità infantile si sono verificati all’inizio di questo secolo quando dal 20% di bambini vaccinati contro il morbillo si è passati ad oltre il 70% del 2024 che allo stato attuale rimane ancora la più diffusa e pericolosa delle patologie presente a livello globale. Purtroppo l’Africa è ancora ferma al 40% dei bambini vaccinati perché sconta ritardi storici nella predisposizione delle necessarie strutture sanitarie di base una operazione complessa data la vastità dei territori da raggiungere in questo Continente e la carenza di personale qualificato soprattutto quella di infermieri.

I progressi realizzati nel mezzo secolo trascorso sono evidenti, ma è necessario andare oltre. Ancora più di un milione di persone muore tutti gli anni di tubercolosi, centinaia di migliaia di meningite, di pertosse, di morbillo, di tetano e di epatite B una patologia in crescita. La buona notizia è che secondo le stime di Hannah Ritchie ricercatrice alla University of Oxford, siamo vicini alla eradicazione della polio. Cresce nel frattempo l’allarme per le malattie non infettive quelle che vengono definite non trasmissibili come quelle cardiovascolari, il diabete e il cancro. Sono in costante crescita a livello globale per la diffusione degli stili di vita occidentale in particolare dei suoi modelli alimentari.